Lynk & Co è un marchio di mobilità che vuole provare a trasformare il paradigma dell’automotive con un’offerta che si basa su “un miglior utilizzo di un minor numero di veicoli”. Per conoscere i segreti di questa realtà abbiamo intervistato il ceo Alain Visser
Alain Visser è un ceo di grandi vedute che sta innescando un cambiamento e plasmando un nuovo futuro per l’industria della mobilità. Spinto a modificare il modo di lavorare dei produttori automobilistici e del network delle concessionarie globali, Visser con Lynk & Co vuole provare a trasformare come è percepita e viene vissuta la mobilità.
Grazie a un’attenzione speciale verso l’utilizzo di tecnologie innovative, Visser mira a stravolgere le convenzioni tradizionali, con l’intento di costruire un avvenire più responsabile dal punto di vista ambientale. L’obiettivo dietro la nascita di Lynk & Co è stato quello di distaccarsi dall’idea di un classico brand automotive, elemento riscontrabile sin dall’offerta che si basa su un abbonamento mensile che permette alla community di avere a disposizione il SUV ibrido 01 e di accedere a servizi (sono inclusi nel prezzo fisso mensile assicurazione, manutenzione e bollo). La 01 può essere condivisa con altri utenti, permettendo ai soci di ridurre il canone e dando la possibilità di accedere alla formula di mobilità flessibile a più persone. Fin dall’inizio, l’obiettivo non è mai stato la vendita di più auto, ma quello di poter utilizzare al meglio un minor numero di veicoli.
Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Alain Visser direttamente nel Club di Milano Lynk & Co. Sito in corso Venezia, una delle strade più eleganti all’interno del quadrilatero della moda, il Club è stato creato da un interior designer e offre spazi accoglienti aperti al pubblico. Gli spazi Lynk & Co sono ad oggi 11 sparsi per tutta Europa.
Come e quando è nata l’idea di sviluppare il progetto Lynk & Co?
Lavoro nell’industria automotive da 36 anni e sono rimasto meravigliato e scioccato dal fatto che negli ultimi 15 non ci siano state vere innovazioni in questo settore. L’unica cosa che è cambiata sono le linee e le caratteristiche delle auto, ma non il comparto. Le macchine vengono disegnate, progettate, prodotte, vendute ai dealer e poi acquistate dal consumatore finale, in un processo che è uguale da centinaia d’anni. In un momento in cui il mondo sta cambiando a un’incredibile velocità ho sentito il bisogno di sviluppare un nuovo brand con una nuova visione. Le persone oggi non comprano più tanti prodotti come un tempo e preferiscono investire piuttosto sull’experience. Dopo aver lasciato la carica di head of marketing in Volvo, sono partito con il progetto Lynk & Co nell’ottobre del 2015. La sfida non era sicuramente semplice, ma devo dire che oggi dopo otto anni il team è composto da circa 1.200 persone (80% delle quali non avevano mai lavorato nell’industria dell’auto).
In quali mercati siete presenti attualmente? E quali feedback avete ricevuto dall’Italia?
Al momento siamo presenti in sette Paesi: Belgio, Olanda, Germania, Svezia, Francia, Italia e Spagna. Avevamo dei dubbi legati al mercato italiano, dal momento che dei colleghi dell’automotive ci avevano detto che il progetto Lynk & Co non sarebbe andato bene. Dal suo arrivo in Italia nel 2021, però, l’interesse per la formula innovativa di mobilità proposta è cresciuto sempre più e sono tantissimi i soci che stanno entrando a far parte della community. Questo fa del mercato italiano il secondo più grande in Europa per noi, con il 20% degli abbonati Lynk & Co, dietro solo all’Olanda. Gli ordini per le 9.000 auto presenti sulle strade italiane provengono da ogni parte del paese (Milano è la città numero 1 come domanda complessiva) e tutte le regioni mostrano grande interesse per la formula di abbonamento mensile.
Cosa spinge secondo te un utente a scegliere Lynk & Co?
Credo che tante persone oggi siano un po’ spaventate e preoccupate quando devono spendere 30.000 euro per un’auto che non utilizzano spesso. Questa fetta di popolazione cerca un prodotto sicuro, elegante e cool. Il nostro business model offre all’utente una flessibilità di servizio unica. Il mondo in generale credo si stia allontanando sempre più dal concetto di proprietà privata, per abbracciare il concept di utilizzo flessibile in abbonamento. Il nostro brand offre l’opportunità di avere a propria disposizione, anche senza possederla, una macchina bella, performante, tecnologicamente avanzata e capace di rispettare l’ambiente. Noi offriamo una formula di mobilità in abbonamento mensile al costo di 600 euro, rescindibile in qualsiasi momento. Inoltre, diamo agli utenti anche la possibilità di sottoscrivere una membership gratuita e prendere in sharing un veicolo da altri soci. Crediamo che questo strumento permetta di ridurre il numero totale di auto che occupano le strade.
Avete in programma, nei prossimi anni, lo sviluppo di un nuovo modello oltre alla 01, magari full electric?
Abbiamo scelto di progettare il nostro primo modello 01 plug-in hybrid perché riteniamo che le infrastrutture di ricarica elettrica non siano ancora pronte in Europa. In Germania, Olanda e Svezia sono già a un buon livello, mentre purtroppo in Italia e Spagna non c’è ancora un’ottima capillarizzazione. Crediamo comunque che il futuro sia elettrico e quindi progetteremo nel breve periodo un modello a zero emissioni.
Che ruolo hanno per voi i club Lynk & Co all’interno di alcune delle città più importanti d’Europa?
Abbiamo scelto di essere presenti all’interno dei centri urbani con i club Lynk & Co al posto di concessionarie tradizionali, con spazi accoglienti e aperti al pubblico. I club oggi sono 11 (Roma, Barcellona, Milano, Amsterdam, Goteborg, Stoccolma, Anversa, Monaco, Amburgo, Berlino e Düsseldorf) e ci sarà l’apertura di quello di Madrid a gennaio 2024. All’interno di questi locali, tutti progettati da interior design, è possibile informarsi sulla 01 e organizzare un giro di prova, ma anche lavorare in maniera flessibile nelle sale riunioni, gustare un caffè, partecipare a eventi o anche acquistare i prodotti dei marchi partner. Il nostro obiettivo è quello di creare una community che voglia davvero cambiare il modo di muoversi.
Di Davide L. Bertagna